venerdì 9 febbraio 2024

5. L'immaginazione iperuranica



Il Neoplatonismo distingue e contrappone il logos filosofico, rappresentato dal pensiero di Socrate (il volto del filosofo a destra) che si articola in parole e concetti e si trasmette attraverso il dialogo dialettico1, dal logos iperuranico che filtra dal mondo delle idee platoniche mediante un flusso di immagini fantastiche, primordiali e archetipiche.

 

A differenza del logos filosofico che richiede un incessante impegno intellettuale (la clessidra sulla schiena) per studiare e comprendere i testi e per saper dialogare e confrontarsi con il sapere altrui, il logos iperuranico (il volto greco della donna osservato con un certo astio da Socrate) è accessibile a tutti, senza nessuna preclusione, purchè dotati della funzione trascendente-reminiscente capace di ‘accendere’ la fantasia analogica, l’immaginazione simbolica e l’intuizione archetipica. 


Assorbendosi nella contemplazione delle emozioni inconsce3 generate dalla sublimazione e spiritualizzazione dello stimolo sensuale (la mano sul pube e sulla nuca), la mente reminiscente2 (Venere dormiente) accede al flusso di immagini apparentemente fantastiche.  


La trasposizione trascendente dell’emozione inconscia in immaginazione porta con sè un serie di contenuti psichici che possono spostare la tensione psichica sul piano analogico, così come accade nel mondo dei sogni; quando invece l’emozione è stimolata da contenuti di verità, l’intuizione reminiscente non si fissa sull’interpretazione filosofica, ma rintraccia il loro significato all’interno dell’immaginale inconscio3 in cui sono conservati i modelli della deduzione analogica (Ercole) e dell’intuizione simbolica (Teseo, Perseo, Ulisse).

 

Giorgione avverte che per comprendere il significato analogico-simbolico dei miti, delle favole e delle leggende della propria tradizione culturale è indispensabile compiere la “decapitazione” dell’ego dell’intelletto logico-razionale, una forma di iniziazione all’arte rappresentata nell’immagine del tronco reciso alla base dipinto al centro della scena. 


La ‘decapitazione dell’ego razionale’ introduce il filosofo ai misteri bacchici4: liberando le facoltà trascendenti della mente femminile, l’esercizio della meditazione accelera il processo di purificazione dell’Ombra (la roccia scura), la sublimazione e spiritualizzazione dell’eros (i due cuscini rossi) e la trasposizione dell’emozione inconscia in intuizione delle verità nascoste (il lenzuolo bianco). 

Questo triplice processo, descritto simbolicamente nel film Matrix5 come un lavaggio della mente dai pregiudizi, preconcetti e schemi mentali, permette di passare dall’immaginazione razionale idonea per creare il mondo materiale (il borgo) all’immaginazione iperuranica (il castello sullo sfondo) da cui prende avvio la discriminazione della realtà assoluta, regno di illusioni, tentazioni, paure e menzogne.


L’immaginazione iperuranica, fondamento delle trame mitologiche (e oggi del cinema), espande la comprensione psicologica e filosofica delle Idee archetipiche che modellano la coscienza collettiva, e la conoscenza della realtà psichica, materiale e fenomenica (i tre alberi) con cui si accede all’esperienza della verità sublime6 (le vette sullo sfondo). 

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