lunedì 29 gennaio 2024

III. Lotta tra Castità e Lascivia


Alla fine del Quattrocento il concetto di demone, demonio, diavolo, satana e lucifero, espediente pseudo-logico utilizzato dal pensiero medioevale per individuare la causa di malattie psichiche e follie collettive, paure inconsce e atti impuri, atti immorali e peccaminosi, comportamenti infidi e ingannevoli, evolve verso una nuova visione psicologica grazie al trattato di demonologia che Ficino pubblica nel commento alla traduzione delle opere di Plotino in latino del 1492. 


 Secondo Ficino l’anima è il luogo dove le forze demoniche esteriori incontrano le facoltà della mente e si identificano con esse; i demoni dell’aria, distinti in tre gradi diversi, influenzano continuamente le facoltà immaginative (phantasmatiche), riflessive (logistiche) e cogitative (intellettive) secondo natura. L’influenza del lumen infrarosso sulle tre cellule del cervello* è così forte che rende possibile un legame ininterrotto fra il nostro universo psicologico interiore e il mondo esterno:

«Se viviamo in accordo con l’immaginazione, il nostro demone esteriore sarà di natura aerea: esso è un demone che appartiene alle regioni più basse dell’aria e che, agendo sulla nostra immaginazione, stimola notevolmente la nostra anima per mezzo della sua stessa facoltà. Se, invece, viviamo sotto il dominio della ragione, il nostro demone, che appartiene alle regioni mediane, condurrà la ragione umana grazie alla sua attività analoga. Infine, se la nostra vita è retta dall’intelletto, un demone appartenente alla più alta regione dell’aria ci assiste mediante la sua facoltà conforme. I demoni agiscono non per libera scelta, ma per natura.»

Isabella d’Este nel 1503 commissiona al Perugino il compito di raffigurare una molteplicità di demoni intenti a stimolare con frecce (eros sensuale) e fuochi (eros materiale) i vizi della mente istintiva nascosti nelle ingannevoli apparenze della lussuria e della lascivia e di fomentare la cupidigia e la concupiscenza di possedere e sedurre attraverso immagini sensuali che stimolano appetiti e desideri.


L’opera afferma la necessità spirituale di contrapporre la disciplina dell’eros (Castità), all’imperversare delle emozioni irrazionali e conflittuali, delle passioni egocentriche ed egoistiche e degli atteggiamenti volutamente ingannevoli e seducenti (Lascivia). 

Isabella vuole rappresentare il conflitto la realtà psichica con cui dobbiamo quotidianamente difenderci con la giusta percezione (lo scudo di Minerva) e discriminazione (la lancia di Minerva) al fine di intraprendere la Via Umida alla trascendenza (i miti delle ninfe sullo sfondo). 


Di qui la necessità di purificarsi dell’influsso dei demoni sensuali-terrestri che eccitano quella serie di comportamenti e atteggiamenti che da una parte (a sinistra) fomentano il conflitto psichico, emotivo e morale (Venere assalita dai demoni), e dall’altra (a destra) il conflitto materiale, sociale ed etico provocato dalla libido (Venere trascinata dal satiro). 


La libido costringe infatti l’uomo a una vita buia condizionata da istinti e pulsioni (il gruppo di uomini fuori dalla caverna), oppure a condurre una vuota esistenza volta unicamente a soddisfare bisogni materiali e sociali (i satiri sullo sfondo in alto a destra). 


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