venerdì 26 gennaio 2024

L'estetica del Rinascimento



Del pensiero rinascimentale conosciamo bene l’universo estetico che gravita intorno alla categorie di ‘proporzione, misura, regola’ ereditate da Vitruvio, e quelle di ‘ornato, armonia, ordine’ che alimentarono il dibattito sulle leggi della composizione (compositio), un termine utilizzato per la prima volta nell’ambito della critica estetica da Leon Battista Alberti in riferimento all’idea di una perfetta armonia tra le parti. 

L’appassionata ricerca delle corrispondenze auree tra le proporzioni musicali e quelle artistiche, tra le proporzioni del corpo umano e quelle architettoniche, tra l’armonia musicale e la retorica, tra la danza e le regole geometriche che ne fissano le angolazioni, gli spazi, i percorsi e persino il tipo di espressione, nasce da un desiderio di perfezione e di Universa Armonia che investe non solo l’intelletto dell’uomo avido di sapere di più, ma soprattutto la sua anima e la sua naturale sete di  amore e bellezza, di verità e conoscenza.

Collocando l’anima al centro di ogni fenomeno cognitivo e spirituale, termine mediano tra la natura e il cosmo, «vincolo e copula Mundi», Marsilio Ficino, l’esponente più influente della cultura rinascimentale, riconosce che la filosofia si fonda sull’esperienza psicologica finalizzata ad educare l’uomo a percepire il bello, il buono e il vero come presupposto per attirare l’Amore divino, il Sommo Bene. 

A questa rinascente esigenza psico-filosofica di elevare l'anima attraverso una disciplina laica e anti teologica risponderanno gli artisti che nell'arco di settant'anni (1580 - 1550) riusciranno a comporre per immagini una straordinaria filosofia della liberazione del Sè fondata sulla sublimazione e spiritualizzazione dell'eros

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